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Come microfonare una batteria – Parte 2 – IL RULLANTE

COME MICROFONARE UNA BATTERIA PARTE 2 – IL RULLANTE

Abbiamo visto nell’articolo precedente come microfonare una cassa di una batteria

Passiamo ora alla ripresa di un altro elemento della batteria: il RULLANTE.

Anche in questo caso è necessario utilizzare almeno due microfoni per ottenere un buon risultato. Tuttavia in questo caso i due microfoni possono essere anche uguali.
Nel caso della grancassa era necessario avere due prospettive differenti dello stesso suono, uno con più punta e uno con più corpo.
In questo caso il suono è composto da due sonorità completamente differenti tra di loro. Una, la parte superiore, dove il suono della pelle costituisce la componente percussiva, quella con più attacco. L’altra, la parte inferiore è quella caratterizzata dalla cordiera e arricchisce il primo suono, dandone un “colore” e aumentandone il suo sustain.
È possibile utilizzare anche due microfoni simili per questa ripresa, dal momento che le fonti sonore sono considerevolmente differenti.

Di norma vengono utilizzati due Shure SM57.

 

shure sm 57
Si tratta di un microfono dinamico, a bassa impedenza e unidirezionale a cardioide. La sua estrema direzionalità, unita ad una versatilità di suono e utilizzo, l’hanno reso un microfono indispensabile in ogni live e session in studio di registrazione.
Viene utilizzato per microfonare qualsiasi strumento, compresa la voce.
Ha inoltre una risposta in frequenza abbastanza limitata che riduce l’innesco dell’effetto Larsen nei live (si tratta di un fischio molto stridente che si produce ogni qualvolta i suoni immessi da un altoparlante ritornano ad essere captati da un microfono con una sufficiente “potenza di innesco”).

Con questo microfono si possono ottenere molti suoni differenti. Riesce a captare le basse frequenze ma anche ad avere una buona resa percussiva. Tutte queste caratteristiche l’hanno reso per anni insostituibile nella ripresa di amplificatori di chitarra, di fiati, di batterie e percussioni.
Non è però l’unico microfono ad essere utilizzato per riprendere correttamente un rullante. Ad esempio anche i Sennheiser MD 421 o E606 sono ottimi microfoni di ripresa.Si tratta anche in questi casi di microfoni dinamici con caratteristiche simili a quelle descritte sopra per l’ SM57 ma con risposte in frequenza leggermente differenti.
Il fatto che vengano utilizzati quasi prevalentemente microfoni dinamici, nella ripresa degli elementi singoli di una batteria, ci indica come un fattore indispensabile sia “la separazione di ripresa”.

In fase di mixaggio ogni qualvolta si ha la necessità di intervenire solo su un singolo elemento, comprimendolo o equalizzandolo, è fondamentale che l’intervento sia fatto esclusivamente sulla singola traccia, senza influire su altri elementi della batteria. Ecco perché è importante avere un suono perfettamente separato dagli altri e questo lo si può ottenere dalla distanza ravvicinata del microfono e dalla sua tipologia (diagramma polare e tipo di microfono). La capacità di “ripresa” deve necessariamente essere limitata.
Durante l’esecuzione infatti, tutti gli elementi sono correlati tra loro, non contando il fatto che il batterista stesso li sta suonando tutti più o meno contemporaneamente.
Il rullante è vicino al charleston e il charleston emette frequenze molto acute con intensità elevate.Sarà quindi necessario riprendere il rullante con un microfono in grado di catturare solo la banda sonora interessata.

Lo Shure SM57, come abbiamo già anticipato, ha una scarsa risposta in frequenza, soprattutto sulle alte. La sua frequenza massima si aggira attorno ai 14 KHz, più che sufficiente per molti strumenti.
Questo limite si rivela particolarmente utile nel caso del rullante, perché esclude a priori l’inserimento di molte frequenze presenti nel charleston.
Questa caratteristica, insieme al fatto che è un cardioide, rappresenta uno dei motivi per il quale l’SM57 è molto utilizzato nella ripresa degli elementi singoli della batteria.
Una valida alternativa da utilizzare soprattutto nella ripresa della cordiera è lo Shure Beta 181/S.

Per quanto riguarda invece la distanza e il posizionamento da tenere rispetto al rullante bisogna considerare circa 2 cm dalla pelle e 2 cm dal bordo, con un’ inclinazione di circa 30°.

Il microfono deve mirare il centro, questo anche per non essere d’intralcio al batterista mentre sta suonando.
Mentre invece quello posizionato sulla cordiera può essere tranquillamente collocato a circa 10 cm, puntando al centro del rullante, ma questa volta mirandolo in verticale, dal basso verso l’alto.

In questo modo, i due microfoni sono l’uno di fronte all’altro, dando luogo a possibili controfasi su certe frequenze. Talvolta può crearsi, infatti, un particolare fenomeno denominato “a specchio” in cui le frequenze simili si sommano in controfase e si annullano. Ecco perché solitamente è necessario invertire la fase di uno dei due microfoni.

Il posizionamento dei microfoni in ogni caso dipende anche dal suono che vogliamo ottenere. Spostando ad esempio il microfono della pelle più vicino al bordo si avrà un suono più morbido, perché così riesce a catturare maggiormente il suono del fusto.
Per avere un suono più incisivo occorre spostare il microfono il più possibile verso il centro del rullante.
In ogni caso è l’equilibrio tra i due microfoni a darci un suono completo.
La cordiera rende il suono più brillante e meno percussivo, al contrario il suono della pelle è più deciso ma più grave (e in molti casi più invadente).

Se si considerano solo questi due elementi è necessario trovare un giusto equilibrio.
Dico questo perché in realtà il suono di rullante, come vedremo in seguito, sarà presente anche nelle tracce dei microfoni degli “overhead”. È per questo motivo che non è raro “mutare” uno o entrambi i segnali provenienti dalle dirette, per avere un volume non troppo alto, essendo insieme al charleston la percussione con il più alto volume della batteria.
Molto dipende anche dal tipo di rullante e dalla sua accordatura. Un modello in metallo avrà un suono molto differente da uno in legno.
Sono tutti parametri che vanno ascoltati e scelti per l’utilizzo specifico, volta per volta.
È utile a tal proposito sviluppare una propria sensibilità, ascoltando e facendo diversi esperimenti.

 

(continua… leggi la terza parte di questo articolo nel blog).

 


 

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